Raffaello - Pinacoteca di Brera a Milano

Il dipinto

In primo piano i protagonisti, il sacerdote e gli sposi, da un lato giovani donne eleganti, dall’altro i pretendenti. Maria, secondo i vangeli apocrifi, era cresciuta nel Tempio di Gerusalemme. Giunta in età da matrimonio fu presentata ai pretendenti, venne dato a ognuno di loro un ramo secco, in attesa di un segno divino: l'unico che fiorì, fu quello di Giuseppe. Vogliamo notare come la leggera inclinazione del viso e la naturalezza dei gesti ci trasmettono un armonico dinamismo che ci incanta. La perfezione della prospettiva è accentuata dai lastroni di diverso colore disegnati sul pavimento, la chiave interpretativa è il cerchio simbolo della assoluta armonia che si compie con l’unione degli sposi. La circolarità si esprime in una composizione di linee curve, che ci rendono la scena tridimensionale portando in primo piano gli sposi. L’anello è il fulcro della scena, qui sono concentrati gli sguardi di tutti.


La Parola - Vangelo di Matteo

Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.


Sguardo interiore

Nel dipinto osserviamo la perfezione delle figure e della prospettiva. È la stessa che inseguiamo spesso come sogno della nostra famiglia, della nostra coppia, della nostra comunità. Corriamo così il rischio di essere imprigionati nell’ideale che ci siamo fissati. «Non esistono le famiglie perfette, È più sano accettare con realismo i limiti, abituarsi a convivere con le contrarietà, senza esserne oppressi, I contrattempi e le difficoltà seguono l’uomo come la sua stessa ombra. Nonostante la vita è piena di imprevisti, di prove, di impedimenti: accettiamo le sfide, le imperfezioni, e diamo ascolto all’appello a perfezionarci uniti. Tutti siamo chiamati a crescere e a far germogliare le nostre capacità, ma questo cammino di sviluppo è possibile accettando prima i propri limiti.